Violenza psicologica domestica: come riconoscerla!

La Dichiarazione delle Nazioni Unite (art. 1,1993) definisce la violenza come Qualsiasi atto che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002), la definisce come “l’uso intenzionale della forza fisica o del potere, minacciata o reale, contro se stessi, un’altra persona, o contro un gruppo o una comunità, che esita o ha un’alta probabilità di esitare in una ferita, nella morte, in un danno psicologico, male sviluppo o deprivazione”.

Da queste due definizioni notiamo che tale concetto è riferito a tutte le forme di violenza: da quella fisica a quella psicologica. Anche se il danno non è visibile, come caso della violenza psicologica, è parimenti grave e reale; poiché si lede la personalità della vittima, compromettendo il diritto ad esprimersi e la sua dignità personale. Sono da considerarsi forme di violenza psicologica: la mancanza di rispetto e gli atteggiamenti che ribadiscono continuamente uno stato di subordinazione e di inferiorità. 
Per violenza domestica si intende quella forma di violenza che viene commessa all’interno della casa e che coinvolge persone legate da un vincolo affettivo e da una dipendenza psicologica. I dati italiani sono sempre più allarmanti: 7 milioni e 134 mila donne nello scorso anno riportano di subire violenza psicologica dall’attuale partner. Ognuna di queste donne dichiara che i comportamenti di violenza psicologica si sono insinuati con gradualità e che dopo il matrimonio sono diventati sempre più marcati. All’inizio è difficile distinguerla da un normale conflitto. Ma ci sono indizi che possono aiutare ad individuarla.
Di seguito i comportamenti più comuni dei partner che mettono in atto una forma di violenza psicologica: 
1. Svalutazione continua: Il partner che vuole minare l’autostima della donna le ripete in maniera insistente che non vale nulla, che se lui la lascia non ci sarà nessuno che la amerà come lui, ecc…
2. Controllo delle amicizie e degli affetti: Capita spesso che l’uomo cerchi di isolare la donna, che la tratti come un oggetto di proprietà con la scusa di proteggerla da chi vuole allontanarla e “non capiscono il suo amore”.
3. Gelosie ingiustificate e stalking: Il compagno che vuole usare violenza psicologica di solito è una  personalità controllante, che tempesta la donna di telefonate quando è in giro da sola, vuole sapere con chi è, dove si trova, ecc
4. Insulti e minacce: molte donne che sono uscite dalla violenza subita raccontano che il compagno aveva iniziato ad arrabbiarsi quando veniva contraddetto, per poi arrivare ad insulti e minacce le volte in cui aveva provato ad allontanarsi da lui. Le minacce possono riguardare non solo la donna ma anche la sua famiglia.
5. Limitazioni all’autonomia morale ed economica: la vigilanza continua sugli spostamenti, il controllo ossessivo dei soldi e la reclusione sono solo alcuni esempi.. Le testimonianze raccontano, spesso,  di umiliazioni e attacchi all’autostima continui che hanno portato ad un disagio emotivo importante, del controllo  economico per limitare le possibilità della donna di rendersi indipendente, sino ad arrivare anche a divieti restrittivi della propria libertà. Il partner ha paura che la donna si informi, sviluppi un pensiero autonomo e lo abbandoni. Si comincia con un “non c’è bisogno che lavori” .
6. Marcata insistenza nei rapporti sessuali: frequentemente il partner prevaricatore lo è anche nel rapporto sessuale, rivelandosi insistente con la donna anche quando lei non ne ha desiderio. Alcuni giustificano questi comportamenti con “il troppo amore”.
7. Falsi pentimenti: l’uomo la cui partner cerca di lasciare per questi abusi si mostra pentito, piangente e disperato, giura che cambierà e che lo farà solo per amore.