
In alcuni casi però la timidezza e’ eccessiva e può sconfinare in ansia sociale. Alla radice della timidezza, anche di quella mascherata da aggressività, c’è una concezione negativa di sé. La persona timida non riesce a stabilire un contatto con gli altri perché non si sente all’altezza di loro.
ll timido è convinto che tutti gli occhi del mondo siano puntati su di lui e sono pronti a giudicarlo nel momento in cui lui agisce; il suo grande timore è quello di non avere buone prestazioni, di fare brutta figura o di essere giudicato male. In realtà il suo vero limite è quello di giudicare i suoi comportamenti in modo ipercritico.
Le reazioni della persona timida al suo disagio possono essere di due tipi: sottomissione o aggressività. Non a caso possiamo riconoscere una persona timida sia in chi arrossisce continuamente e chiede sempre ‘scusa’, sia nel provocatore e nel simpaticone a tutti i costi. In quest’ultimo caso l’atteggiamento aperto serve per reagire al proprio disagio e al proprio senso di inadeguatezza.
Come si manifesta la timidezza?
Molte recenti ricerche hanno evidenziato che le persone timide parlano meno spesso degli altri, sorridono in misura minore, guardano meno negli occhi, impiegano maggior tempo a rispondere, stanno frequentiemente in silenzio ed in generale sono meno espressivi dei non timidi.
Le caratteristica principale della persona timida e’ l’inibizione e l’irrigidimento comportamentale in un gran numero di situazioni sociali, che cerca di evitare il più possibile.
In particolare, queste persone temono la prima volta, dopodiche’ l’ ansia si placa. Il disagio spesso è contenuto e non ha niente a che vedere con la fobia sociale ovvero la paura intensa, irragionevole, incontrollata nelle situazioni sociali.
È importante sottolineare che la timidezza non è un disturbo, avvolte però può creare notevole disagio e nei casi più gravi può portare a complicazioni psicologiche come depressione o ricorso all’alcol.
La timidezza puo’ anche essere un dono.
Ci sono anche molte qualita’ positive associate alla timidezza, percio’ e’ anche una forza. Infatti questa caratteristica denota sensibilità, comportamenti calorosi e attenzione verso coloro che ci circondano. I timidi mostrano discrete competenze sociali, sono capaci di ascolto e di empatia: la loro tendenza a restare in ombra ne fa un attento osservatore. La loro preoccupazione di nascondere agli altri i propri segni di insofferenza o tensione, li riprende buoni lettori degli stati emotivi altrui.
In ambito scolastico invece la loro discrezione e il desiderio di fare bene sono spesso molto apprezzati dai profili. il loro desiderio di essere amati approvati mi rende persone attente alle esigenze dei compagni e spesso disposti a sacrificarsi per dare una mano agli altri. Nella nostra società il timido è oggetto di benevolenza
Cause della timidezza:
La comparsa della timidezza è molto precoce e si verifica fin dalla prima infanzia e nel l’adolescenza. Può scomparire spontaneamente, o grazie a esperienze e situazioni che permettono alla persona di superare questo stato.
Le cause della timidezza sono multifattoriali. Ha componenti biologiche, esperenziali, cioè legate alle vicende personali del soggetto, sociologiche cioè connesse all’ambiente, all’epoca e alla cultura di riferimento.
Quando inizia una persona a percepire questi sensi di inferiorità, di soggezione verso gli altri? Secondo Adler, uno dei primi allievi di Freud, è normale che l’individuo, da bambino, cioè all’inizio della sua vita psicologica, si senta un po’ goffo ed inadeguato alle varie situazioni che gli si presentano. Questo primordiale senso di inferiorità viene superato, a suo avviso, se si delineano almeno tre condizioni positive: il raggiungimento della maturazione psico-fisica ed affettiva, la conquista di un buon livello di autonomia e la consapevolezza delle proprie possibilità.
Queste tre condizioni in genere si presentano alla fine del periodo adolescenziale, ma sono molte le persone che avendo vissuto delle esperienze particolarmente negative non riescono a raggiungere mai un sano senso del proprio valore, e continuano a sentirsi insicuri ed inferiori agli altri per tutta la vita.
La timidezza, quindi, e’ attribuita ad un blocco psicologico che si stabilisce in seguito a dei condizionamenti ambientali. Se, ad esempio, un bambino è ripetutamente sgridato per dai suoi genitori per dei comportamenti inadeguati, questi comportamenti verranno inibiti per il resto dell’esistenza. Per lo stesso motivo, aver ricevuto scarso amore, indifferenza o rifiuto da parte delle figure significative dell’infanzia può causare timidezza, insicurezza, paura di non piacere agli altri.
La persona non timida ha potuto sperimentare, sin dai primi momenti della sua vita, un caldo senso di protezione, sicurezza e stabilità su cui ha potuto costruire la coscienza del proprio valore. Tuttavia ci sono anche persone, che avendo ricevuto affetto ed attenzioni eccessive sono diventate ugualmente timide. Risparmiare il giovane anche della più piccola prova, dal più minuscolo ostacolo, rimuovere dalla sua strada anche il più piccolo sassolino non è educativo, in quanto può causare incertezza in questo figlio troppo amato, che non ha sviluppato le difese personali e che, alla prima delusione o sbaglio, non potendo più rivolgersi ai ‘grandi’, cade, senza riuscire a rialzarsi.
La vita relazionale della persona timida, in alcuni casi, puo’ essere molto povera e insoddisfacente, dal momento che qualsiasi situazione esterna che la ponga al centro dell’attenzione viene accuratamente evitata.
Quando ci sentiamo intrappolati in questa forte paura del giudizio altrui ed estrema timidezza un percorso psicologico può aiutare a modificare i propri aspetti e a scoprire il piacere delle relazioni. Se stai cercando una psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale a Firenze, oppure una psicologa online italiana per superare la timidezza, contattami…insieme risolveremo il tuo problema.