L’assertività è un tuo diritto!

                                                        
“Il segreto della piena realizzazione
è riuscire a comunicare agli altri ciò
che si è attraverso ciò che si fa, ma 
per essere davvero equilibrati e sereni
è indispensabile che ciò che si fa sia 
realmente quello che si vuole e non quello
che vogliono gli altri (…)” L. Licalzi
 
 
La parola assertività deriva dal latino “assèrere” e letteralmente significa intrecciare e quindi discorrere. Poiché i discorsi non sono altro che parole e frasi intrecciate, l’assertività è affermare la verità di una cosa, appropriarsi di un’opinione e sostenerla come vera per sè. 

Ogni giorno ci imbattiamo nel dilemma di esprimere ciò che sentiamo o tenerlo dentro di noi. Il timore di essere percepiti aggressivi, prepotenti, poter generare un conflitto con l’altro, non essere persone amabili ci induce spesso al silenzio; negandoci la possibilità di esprimere in modo costruttivo e propositivo ciò che pensiamo.
 
 
Essere persone assertive, quindi, significa saper comprendere i propri bisogni e le proprie emozioni, sapersi esprimere in maniera onesta e sincera senza ferire gli altri né essendo feriti, e senza provare imbarazzo o sensi di colpa quando stiamo perseguendo i nostri obiettivi.
Il concetto di assertività, quindi, è collegato alla responsabilità di farsi carico delle proprie decisioni e, più in generale, della vita stessa. A volte è più facile lasciare che un altro prenda le decisioni per noi, limitandoci solo ad eseguirle. Tale atteggiamento, però, ci determina una terribile frustrazione. Essere assertivi, invece, ci permette di relazionarci e di comunicare con gli altri con un ruolo alla pari e in modo cooperativo, sentendoci padroni delle nostre scelte, sensazioni ed opinioni.
 
Da dove nasce l’assertività?
La possibilità di esprimersi e conquistare la propria identità per Wilhem Reich e Alexander Lowen e’ un bisogno psicologico fondamentale. Il diritto ad imporsi inizia a svilupparsi tra l’anno e mezzo ed i tre anni, quando il piccolo inizia ad esercitare la propria volontà nelle piccole cose, la propria capacità di affermarsi e la possibilità di dire di no. A seconda di quanto questo bisogno naturale è stato assecondato e stimolato dal ambiente in cui siamo vissuti, o al contrario rimproverato, represso o negato, cresce un’autostima forte e robusta oppure fragile e condizionata dagli altri. Nel primo caso sapremo affrontare la vita e le sfide con motivazione, autostima e assertività, sicuri che se cadremo sapremo rialzarci, imparando dall’esperienza; nel secondo caso la paura di sgretolarsi ad ogni errore, il timore di dare dispiaceri agli altri, di non essere accettati o amati per il nostro modo di essere, fonderanno la nostra vita. Ovviamente tra questi due estremi ci sono infinite sfumature.
Spesso per il timore di ferire la sensibilità degli altri, non mostriamo il nostro dissenso, o non riusciamo a dire di no,  limitandoci a fare o dire ciò che gli altri si aspettano da noi e quindi a non far valere i nostri diritti e le nostre opinioni; generando in noi stessi uno stato di profonda frustrazione. È bene cambiare rotta, modificando il nostro atteggiamento è prendendosi la responsabilità di ciò che siamo. Se pensiamo che la gente sia ingiusta con noi e che nessuno ci ascolti o ci capisca, probabilmente non riusciamo a chiedere nel modo più appropriato, quello di cui abbiamo bisogno davvero.
 
Essere persone assertive, in sintesi, significa affermare sé stessi, facendo rispettare la propria individualità, il proprio pensiero ed essendo realmente in contatto con i nostri bisogni ed i nostri scopi. Si tratta di una forma di autoaffermazione con la quale si esercita il diritto di esprimersi e di fare errori senza timori e vergogna. Ovviamente, rispettando chi ci vive accanto,il suo punto di vista, una visione riflessiva su di noi e mantenendo in ogni momento la correttezza. Probabilmente conosciamo persone che non alzano mai la voce anche se qualcuno le calpesta. Altre che non smettono di protestare e si lamentano continuamente. Nessuna di queste due categorie è assertività. Sebbene l’assertività non sia una parola di uso comune, si manifesta nella nostra condotta quotidiana molto frequentemente. 
 
E tu in quale comportamento ti ritrovi?
 
Essere assertivi vuol dire:
– avere sufficiente fiducia in sè stessi e nel rifiutare ciò che si ritiene nocivo a noi e al proprio interesse.
-esprimere i propri sentimenti, desideri, diritti e opinioni senza minacciare o sottovalutare le situazioni che si presentano.
– rispettare se stessi e gli altri.
-accettare le critiche perché si sa di essere imperfette, di poter sbagliare e traendo spunti positivi dalla lezione.
-sentirsi responsabili per le conseguenze che derivano dalla manifestazione dei nostri sentimenti e idee.
Concludendo: il comportamento assertivo non garantisce l’assenza di conflitto, ma potenziare la nostra stima e fiducia in noi stessi che è alla base della relazione con l’altro.
 
Esseri passivi vuol dire:
-violare i propri diritti, non comunicando apertamente sentimenti, pensieri e opinioni.
-esprimersi spesso con frasi di scuse, manifestando insicurezza portando i nostri interlocutori a non prenderci in considerazione.
-reagire sommessamente chiedendo l’approvazione degli altri per evitare, a tutti i costi, ogni tipo di conflitto. 
Concludendo: comportarsi in questo modo può sembrare comodo al momento, ma rinunciando ai propri bisogni la persona va in contro a problemi maggiori. Si sentirà fraintesa, manipolata, ostile, vuota e un giorno finirà con l’esplodere. Le relazioni sono danneggiate da tale comportamento, perché gli altri possono provare stanchezza nel dover indovinare ciò che la persona sottomessa non dice apertamente, oppure nasceranno spesso equivoci e fraintendimenti.
 
Essere aggressivi vuol dire:
-difendere con forza i propri diritti esperimento i propri pensieri, sentimenti opinioni in maniera spesso offensiva, invadendo i confini degli altri.
-parlare o agire a scapito di altri, dimostrando una presunta sincerità che rasenta l’ impertinenze e la maleducazione.
-L’ aggressività verbale determina spesso minacce e commenti sprezzanti.
Conclusione: un atteggiamento aggressivo è associato a un comportamento ambizioso, tipico di chi vuole raggiungere degli obiettivi a tutti costi, violando, i diritti degli altri. Queste persone mascherano la loro personalità passiva e, stanche di negare a se stessi i loro bisogni passano all’estremo opposto, senza trovare l’equilibrio. 
 
Le idee irrazionali che impediscono l’assertività
Le idee su noi stessi, su chi siamo, sul mondo e su gli altri sono alla base della nostra autostima. Quando sono rigide, stereotipate e negative impediscono l’assertività. E’ importante lavorarci e liberarsene! Albert Ellis, negli anni 50, individuò alcune convinzioni o idee, che tutti possediamo in misura maggiore o minore e che ha definito irrazionali, in quanto non seguono nessuna logica, non sono oggettive e traggono origine caso sentito dire, da luoghi comuni o da esperienze negative passate. Queste idee, secondo la sua teoria, sono alla base della nostra difficoltà ad essere assertivi e a far rispettare i nostri diritti. Alcuni esempi di idee irrazionali possono essere: “devo essere amata e accettata da tutti”, “ho bisogno sempre di qualcuno a cui appoggiarmi, perchè da sola non ne sono capace”, “bisogna sempre preoccuparsi dei problemi degli altri, “bisogna sempre stare in allerta perchè qualcosa di pericoloso può sempre accadere”, “non sono una persona amabile” ecc…
 
La fiducia in noi stessi è quindi la chiave per arrivare ad affermarci. Se diffidiamo del nostro valore, delle nostre competenze e risorse, che cosa possiamo aspettarci dalla vita? Imparare come gestire l’insicurezza ma, soprattutto come costruire la giusta fiducia in noi stessi ed adottare un comportamento assertivo che ci permette di non avere frustrazione ed essere soddisfatti di noi stessi e di come ci relazioniamo agli altri è possibile! 
Esistono Training di assertività strutturati e brevi che permettono di fare propri questi concetti. La figura dello psicologo è di valido aiuto per queste problematiche ed in particolare l’approccio cognitivo-comportamentale adotta protocolli standardizzati e validati scientificamente. Se senti di aver bisogno di un aiuto nel gestire i rapporti con gli altri lo psicologo potrà aiutarti in questo percorso ed alleviare la frustrazione. Se stai cercando uno psicologo a Firenze contattami per un colloquio psicologico presso il mio studio. Oppure grazie alle avanzate tecnologie di cui oggi disponiamo puoi trovare lo psicologo in internet e tramite Skype effettuare la consulenza psicologica on-line da casa tua. Per tutte le informazioni vedi le altre sezioni del mio sito.