“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha mangiato bene!”(Virginia Wolf)
Il cibo nella nostra società è passato dall’essere una necessità ad un momento delicato e fragile dove possono influire molteplici aspetti psicologici. Rispetto alle buone abitudini alimentari, al giorno d’oggi, c’è molta informazione e consapevolezza; tuttavia non sempre è semplice attenerci a quello che in teoria ci fa bene. Tutti noi, chi più chi meno, ci siamo avvicinati al cibo non solo per un senso di fame fisiologico ma anche spinti da cause emotive come: la ricerca di un conforto, abbassamento dei livelli di stress o per gratificarci e premiarci. Per questo sentiamo sempre più parlare di fame emotiva o fame nervosa.
Quando questa modalità è la strategia per gestire le emozioni negative e stress può comportare un problema per il benessere della persona.
Un’alimentazione dettata da cause emotive non solo non risolve il problema, ma aggiunge emozioni spiacevoli come senso di colpa, vergogna, frustrazione, fallimento.
Distinguere la fame emotiva (emotional eating) da quella fisiologica non è semplice.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
La fame emotiva si differenzia da quella fisiologica per una serie di caratteristiche:
1. l’insorgenza è improvvisa ed esige una soddisfazione rapida perchè deve gestire un’emozione impellente (come ad es. la rabbia), mentre la fame fisiologica esordisce gradualmente dando tempo alla persona di pensare.
2. non parte dallo stomaco, cioè non sentiamo lo stomaco brontolare, ma piuttosto dalla mente.
3. è selettiva, ovvero spinge verso determinati cibi, in genere ricchi di zuccheri e grassi che forniscono un picco di piacere immediato e distolgono l’attenzione da emozioni negative. Quando si ha fame, invece, qualunque cibo (anche salutare come un frutto o uno yogurt) può saziarla o almeno placarla, ovviamente ad eccezione di ciò che proprio non ci piace.
4. fa mangiare senza consapevolezza. Presi dalla foga emotiva, non si fa nemmeno attenzione a ciò che si sta mangiando: colori, odori, sapori…quello che conta è mangiare, riempirsi. Si perde contatto con ciò che ci circonda, luoghi, persone.
5. non si soddisfa con la sazietà: se l’emozione è ancora viva, ci sarà bisogno di altro cibo per gestirla, arrivando a mangiare fino a stare male fisicamente.
6. lascia emozioni negative: sensi di colpa, vergogna e frustrazione. Nel caso si stia seguendo una dieta, si aggiungono vissuti di fallimento per non averla rispettata.
Spesso questo comportamento diventa talmente radicato da non accorgersene più. In questi casi può essere importante ricercare l’aiuto di un esperto del settore.
Le seguenti domande possono aiutarti a comprendere meglio quello di cui stiamo parlando:
-sotto stress hai l’abitudine di mangiare di più?
-mangi anche se non hai fame o sei ha già raggiunto la sazietà?
-in genere usi il cibo come ricompensa o gratificazione?
-ti capita frequentemente di mangiare fino a stare male e sentirti scoppiare?
-sperimenti senso di impotenza verso il cibo?
Essere consapevoli è il primo passo per curare la fame emotiva.
Le cause scatenanti della fame emotiva possono essere molteplici e variano da persona a persona: stress, evitamento di emozioni negative, noia, senso di vuoto, paura della solitudine, abitudini dell’infanzia, ecc…
Conoscere la fame emotiva per combatterla al meglio
Imparare a riconoscerne le avvisaglie della fame emotiva permette di fermarsi: in questo lasso di tempo c’è spazio per riflettere ed essere consapevoli di ciò che accade.
Sperimentare ed attuare nuove stategie per fronteggiare le emozioni negative permette di ritrovare autostima personale.
Per fare tutto ciò è utile consultare un professionista psicologo-psicoterapeuta. Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, anzi, è il primo passo per instaurare un buon rapporto con il cibo. Per maggiori informazioni puoi compilare il form dei contatti. Ricevo presso il mio studio di Firenze come psicologa-psicoterapeuta a indirizzo CBT ed eseguo consulenza psicologica e psicoterapia individuale. Inoltre per gli italiani all’estero o per tutti coloro che sono impossibilitati a recarsi presso il mio studio a Firenze, ma che sentono la necessità di risolvere il problema di fase nervosa, eseguo consulenza psicologica online via skype, consulenza psicologica telefonica oppure tramite Whatsapp nel comfort di casa tua.