Depressione infantile: cosa è e come curarla

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Studi longitudinali sull’epidemiologia della depressione, hanno evidenziato che può apparire precocemente e che, se non curata, evolve in un disturbo cronico. L’infanzia e l’adolescenza, quindi, non sono sempre periodi caratterizzati da spensieratezza e buonumore (Kovacs e Bech, 1977). Il problema più grande della depressione quando si manifesta in giovane età è che determina effetti immediati in aree importanti per il funzionamento della personalità, rendendo quindi lo sviluppo profondamente alterato. I bambini che soffrono di depressione infantile non riescono a divertirsi, sono ipercritici ed insicuri, non giocano e non creano sani rapporti interpersonali ecc… In futuro potranno essere persone infelici, con sentimenti di autosvalutazione, cinismo e pessimismo.
Quali sono i sintomi della depressione infantile?
Nel bambino la depressione viene espressa soprattutto con disturbi somatici, disturbi della sfera scolastica e sociale. In età prescolare si manifesta attraverso il corpo com disturbi alimentari, sfinterici, psicomotori e del linguaggio. Mentre in età prescolare la depressione infantile si esprime con somatizzazioni e con vari sintomi centrati sulla scolarizzazione come la fobia scolare, l’astenia e l’insuccesso scolastico”, in adolescenza, invece, si manifesta con sintomi analoghi alla depressione dell’adulto.

La predisposizione alla depressione infantile è legata comunemente ad una situazione di distacco precoce come per esempio: perdita di uno o entrambi i genitori; distacco fisico e/o affettivo dai genitori (viaggi, separazioni, malattie, ospedalizzazione del bambino,ecc); mancanza di assistenza dei genitori durante le prime attività del bambino, genitori ipercritici, ecc… La depressione infantile, come quella degli adulti è una sindrome che coinvolge una moltitudine di sintomi concomitanti (Carlson e Cantwell, 1980) tra cui:
  1. umore disforico (tristezza) tipico di questo stato. Questo può essere riscontrato anche in bambini che hanno un qualsiasi altro disagio psicologico, ma la gravità e la durata permettono di inserirlo nel quadro depressivo. Un diverso sintomo del disturbo dell’umore che può sostituire la tristezza è la rabbia, che molto spesso è presente nei bambini depressi. Brumback, Dietz-Schmidt e Weinberg (1977) riferirono che l’88% del loro campione di bambini depressi aveva manifestazioni di ira.
  2. anedonia: altro sintomo diagnostico principale del disturbo depressivo (Carlson e Cantwell, 1979) e si riferisce alla perdita della risposta di piacere (il bambino appare annoiato, indifferente);
  3. tendenza al pianto non legata ad eventi ambientali;
  4. perdita di allegria: il bambino non trova divertenti cose che al contrario fanno ridere la maggior parte dei bambini;
  5. autovalutazioni negative (Kendal, Stark e Adam, 1990). Il bambino depresso tende a valutare negativamente le sue prestazioni e le sue capacità; in questo modo l’autostima si abbassa notevolmente. Gli ambiti in cui la bassa autostima è centrale sono: l’intelligenza, l’aspetto fisico, la personalità, il profitto scolastico, l’abilità fisica.
  6. senso di colpa: come avviene per l’adulto, il bambino si sente colpevole e non attribuisce mai la ragione dell’insuccesso all’esterno, ritenendosi il principale responsabile del risultato negativo (Winnicott, 1948).
  7. disperazione, che si esprime con l’incapacità di vedere nel futuro la possibilità di risolvere qualsiasi tipo di problema;
  8. difficoltà di concentrazione derivante dal fatto che il bambino è troppo preso nei pensieri della sua triste condizione e ciò influisce a tal punto che le prestazioni scolastiche ne risentono;
  9. indecisione, che lo rende molto dipendente dagli adulti;
  10. ideazione morbosa, nella quale il bambino può avere frequenti preoccupazioni per la propria morte o per quella altrui.
  11. chiusura sociale: diminuzione dei contatti sociali con i familiari, gli amici ed i conoscenti rispetto alla situazione precedente. Quindi il coinvolgime
  12. ideazione e comportamenti suicidari: è uno dei maggiori predittori del suicidio vero e proprio e la gravità di questa ideazione viene stimata in base al contenuto dei pensieri: la specificità, l’organizzazione e la presenza di dettagli nel piano indicano una maggiore probabilità che il bambino passi all’azione (Stark, 1995).
13. diminuzione del rendimento scolastico  Alcuni bambini depressi evidenziano infatti un peggioramento delle prestazioni scolastiche (Carlson e Cantwell,1979). Questo è legato al fatto che spesso appaiono demotivati ad apprendere, talora stanchi e apatici, come se non possedessero le energie sufficienti a svolgere le attività scolastiche.
14. difficoltà di concentrazione rende difficile l’assimilazione delle spiegazioni dell’insegnante, cosa che provoca difficoltà nello svolgimento dei compiti a casa. La frustrazione che ne deriva provoca l’irritabilità del bambino, tanto da rendere difficile l’aiuto anche da parte degli adulti (Stark, 1995).
15. affaticamento è uno dei più tipici e si riferisce alla sensazione di stanchezza che il bambino prova durante la giornata; tale sensazione inizia ad essere significativa se diventa d’intralcio per le attività quotidiane.
16. cambiamento nell’appetito e/o nel peso viene associato all’episodio depressivo (Kashani, Barbero, Bolander, 1981). L’aumento di peso va controllato tenendo presente il normale aumento dovuto alla crescita. E’ comunque più frequente una perdita di peso a causa di una forte mancanza d’appetito nel bambino.
17. disturbi del sonno, quali: insonnia, ipersonnia,inversione circadiana e sonno non ristoratore;
18. rallentamento psicomotorio, che viene valutato positivamente quando il bambino ha movimenti corporei e linguaggio molto rallentati, quando sono presenti latenze nelle risposte, o se il bambino non ha mai iniziativa nel far procedere una conversazione.
19.agitazione psicomotoria, in cui il bambino appare agitato, incapace di stare seduto, ha un linguaggio estremamente veloce, talvolta è irritabile, arrabbiato, e può diventare aggressivo (Stark, 1995).
Infine alcuni bambini che soffrono di depressione infantile possono lamentare anche dolori e malesseri, che vengono considerati di natura psicosomatica, dal momento in cui non hanno una ragione medica di esistere
Come si cura?
Sia per i bambini, adolescenti ed adulti è importante curare lo stato depressivo. Inoltre per l’età infantile occorre un’attenzione in più perchè a differenza delle persone adulte i bambini non hanno le risorse interne ed evolutive per vincere questi stati e rendersi conto che non dipende da loro stessi ma da un problema psicologico. La psicoterapia in questi casi dopo un’accurata indagine psico-fisica è il trattamento efficace. Un intervento tempestivo permette di non cronicizzare lo stato depressivo. Se rivedi in tuo figlio alcuni aspetti descritti sopra non aspettare a contattare un esperto del settore che ti possa dare maggiori informazioni al riguardo. Puoi contattarmi presso il mio studio di Psicologo a Firenze oppure come Psicologo online via Skype.